Vescicole extracellulari del latte: isolamento, funzione e usi futuri

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Vescicole extracellulari del latte: isolamento, funzione e usi futuri
Data di pubblicazione: 
Lunedì 08 Agosto 2022

Nonostante il suo comune posizionamento sugli scaffali dei supermercati, il latte è un biofluido uguale (e diverso) rispetto a qualsiasi altro. La sua produzione è sotto il controllo biologico di vari ormoni, e la sua composizione, sebbene in una certa misura standardizzata all'interno delle specie, è soggetta all'influenza delle malattie e dell'ambiente, più o meno allo stesso modo del sangue o dell'urina. Questo rende il latte un fattore di interesse per la salute umana; per esempio, l'impatto che ha il latte materno umano sui lattanti e quello che ha il latte animale (es. vaccino) sugli esseri umani di tutte le età. Altri interessi includono l'uso dei biomarcatori del latte per valutare la salute degli animali in agricoltura e l'uso dei componenti del latte come vettori di somministrazione di farmaci dietetici. Nonostante il suo grande potenziale, il latte è un biofluido che fino ad ora è stato alquanto trascurato; ciò rende la ricerca sul latte un territorio in gran parte inesplorato e molto vasto. Questa ricerca si basa sulla comprensione dei componenti di questo complesso biofluido.

Componenti del latte

I componenti più famosi del latte sono il lattosio e i lipidi, ma il latte in realtà è molto più complesso di componenti zuccheri e grasso. Il latte contiene cellule intere (ad es. immunitarie e staminali1) e cellule batteriche2, che si pansa agiscano di concerto per promuovere uno sviluppo sano dell'intestino del bambino.3 La chiave per la composizione del latte sono i globuli di grasso (in una scala nanometrica/micrometrica), che sono composti da nuclei lipidici circondati da una membrana a tre strati fosfolipidica . Anche la proteina è un costituente principale, con proteine ​​libere (ad esempio, anticorpi) e strutture più grandi come i complessi di caseina, di dimensioni nanometriche, note come micelle caseiniche. Anche i micronutrienti (ad es. calcio, vitamine) sono un componente importante del latte e sono fondamentali per il suo valore nutritivo. Infine, ci sono le vescicole extracellulari (EV).

Le EV sono particelle eterogenee di dimensioni nanometriche costituite da un doppio strato fosfolipidico che circonda un nucleo di proteine, RNA e piccole molecole. Le vescicole extracellulari sono di grande interesse nello studio del latte, in quanto il loro contenuto è altamente mutevole, in base all'ambiente cellulare da cui hanno avuto origine. Hanno anche il potenziale per avere un grande impatto sul funzionamento delle cellule con cui entrano in contatto attraverso la consegna del loro contenuto alle cellule bersaglio.

Le sfide dell'isolamento di vescicole extracellulari dal latte

Come isolare al meglio le vescicole extracellulari pure dal latte? Domanda impegnativa, con risposte non scontate. La rimozione dei globuli di grasso e delle cellule intere è relativamente facile. Entrambi si separeranno dalla porzione contenente EV centrifugando il latte a circa 2.000 x g4.  Le cellule si aggregheranno sul fondo della provetta e i globuli di grasso si depositeranno nella parte superiore. I globuli di grasso a questo punto si possono raccogliere dall'alto e il supernatante rimanente viene trasferito in una nuova provetta. È possibile aggiungere una ulteriore fase di filtrazione per rimuovere i globuli di grasso rimanenti.4  Sebbene questa parte possa sembraresemplice, diventa più complessa se si considera la proteina rimanente.

Le proteine ​​libere possono essere separate in modo efficiente dalle EV in base alle dimensioni utilizzando una colonna per cromatografia ad esclusione dimensionale, le colonnine qEV. Tuttavia, le micelle di caseina saranno più difficili da rimuovere poiché le loro dimensioni si sovrappongono a quelle delle EV.

Esistono diverse metodologie per rimuovere le micelle di caseina.:

  1. La prima è l'acidificazione. Questo procedimento precipita le micelle di caseina, consentendo loro di essere rimosse mediante centrifugazione; il rovescio della medaglia è che questo metodo altera la struttura delle vescicole extracellulari.5
  2. È possibile utilizzare anche la dissociazione EDTA, che però può anch'esso danneggiare le vescicole extracellulari.6
  3. Sebbene si tratti di una pratica più recente, si può utilizzare la chimosina (altrimenti nota come renina) per scindere la caseina, provocandone l'aggregazione e consentendone la rimozione, insieme ai globuli di grasso e alle cellule, mediante centrifugazione in un unico passaggio.7

È necessario un confronto approfondito di questi metodi per la rimozione della caseina per determinare quale sia il flusso di lavoro ideale.

Il ruolo delle vescicole extracellulari del latte nella salute e nella malattia

La ricerca sulla funzionalità delle vescicole extracellulari da latte si è concentrata su diverse aree. Qui ci concentreremo principalmente sull'impatto delle vescicole extracellulari del latte sul sistema gastrointestinale, con il quale entrano in contatto diretto quando vengono consumate. Un effetto rimarchevole è l'interessante capacità delle EV del latte materno umano di promuovere la coagulazione attraverso la loro associazione con il fattore tissutale.8 Poiché la coagulazione sigilla efficacemente le ferite, è probabile che la funzione di questa proprietà coagulante protegga la madre dalle infezioni durante il trauma del capezzolo associato all'allattamento al seno. 9 È interessante notare che questa attività pro-coagulante risulta essere completamente assente nel latte vaccino.

Mentre è ormai assodato in tutto il mondo il miglioramento della sopravvivenza dei neonati prematuri e di basso peso alla nascita, si registra purtroppo un aumento concomitante dell'enterocolite necrotizzante (NEC) che ha un impatto sproporzionato su questi bambini.10 La NEC è una condizione infiammatoria dell'intestino che spesso provoca sepsi ed è fatale in circa il 23,5% dei neonati colpiti.11 Con un tasso di mortalità così alto e l'impatto protettivo del latte materno contro lo sviluppo di NEC12, la ricerca sull'impatto delle vescicole extracellulari del latte è assume un ruolo importante. Questa ricerca è particolarmente importante in quanto si registra un tasso più basso di questo allattamento protettivo dal seno per i bambini più a rischio di NEC, a causa dell'impraticabilità dell'allattamento al seno nell'ambiente della terapia intensiva neonatale (es. genitori che non possono essere sempre presenti quando è richiesta l'alimentazione) e dei problemi relativi all'allattamento nei neonati con peso alla nascita molto basso, e di bambini molto prematuri.13 Se le vescicole extracellulari del latte risultassero avere un effetto protettivo per il NEC, potrebbero rappresentare un elemento benefico sia per il latte del donatore che per quello artificiale.

Le vescicole extracellulari del latte possono raggiungere l'intestino? In caso affermativo, le EV potrebbero essere utilizzate come vettori di farmaci?

L'impatto positivo delle vescicole extracellulari del latte nei modelli murini di NEC suggerisce che le EV del latte probabilmente raggiungono l'intestino intatti. Il sistema gastrointestinale del neonato è più delicato di quello di un adulto, avendo un pH più alto e una minore concentrazione di enzimi digestivi.19,20 Un cargo trasportato in maniera artificiale tramite vescicole extracellulari del latte è stato trovato negli organi distali dei topi dopo somministrazione orale21,22, a sostegno del fatto che possano "sopravvivere" alla digestione negli adulti. In effetti, le vescicole extracellulari del latte materno possono sopravvivere alla digestione in vitro e sono interiorizzati in colture di cellule epiteliali intestinali.23 Vale anche la pena notare qui che molti studi precedenti sull'assorbimento si sono basati sui coloranti di membrana per misurare l'assorbimento di EV e che questo processo di etichettatura può creare falsi positivi. 24 Sono necessarie ulteriori ricerche per capire se le vescicole extracellulari attraversano la barriera intestinale o se è possibile fornire livelli sufficienti di qualsiasi carico specifico (ad es. miRNA) per avere un impatto sulle cellule.

La loro capacità di sopravvivere alla digestione potrebbe potenzialmente rendere le vescicole extracellulari del latte un valido vettore di somministrazione di farmaci per via orale. Studi in vitro che utilizzano vescicole extracellulari da latte, con cargo di farmaco somministrato per via orale, supportano questa ipotesi.25 In altre ricerche sono state somministrate vescicole extracellulari da latte carichi di farmaci nei topi, per via endovenosa.26 Entrambe le vie sembrano migliorare l'efficacia del farmaco rispetto al farmaco libero, rendendo questa un'area molto promettente per la ricerca futura.

Questioni chiave per il settore delle vescicole extracellulari del latte

Le vescicole extracellulari del latte hanno un potenziale immenso in medicina. Hanno effetti protettivi congeniti sull'intestino neonatale14-16, e possono essere utilizzate come agenti terapeutici a pieno titolo nei neonati e, forse, negli adulti che soffrano si colite e altri disturbi infiammatori intestinali.18 Esiste anche l'interesse nei confronti di un loro utilizzo in qualità di vettori di farmaci, con consegna sia orale che endovenosa. Al momento attuale la ricerca sulle vescicole extracellulari del latte rappresenta solo il 4% degli studi sulle vescicole extracellulari da biofluidi su Web of Science. È quindi chiaro come questa area di ricerca sia ricca di opportunità per scoprire nuove funzionalità e opportunità. Rimangono comunque alcune domande chiave:

  1. Come si possono purificare le vescicole extracellulari del latte con uno standard di purezza elevato, senza alterarle?
    Sono stati compiuti passi avanti in questo settore, ma la standardizzazione, il rigoroso confronto e il test dei flussi di lavoro devono ancora essere finalizzati. Anche la raccolta e la prima lavorazione del latte risultano essere fondamentali per questo processo.
  2. Come può essere conservato il latte (e ovviamente le sue vescicole extracellulari) per mantenere adeguatamente l'integrità e la funzionalità, a fini terapeutici?
    La questione della stabilità delle vescicole extracellulari durante lo stoccaggio è un campo in rapida evoluzione. La risoluzione di questo quesito è essenziale affinché qualsiasi vescicola extracellulare possa essere oggetto di pratica terapeutica.
  3. Le vescicole extracellulari del latte sono sicure in vista di trattamento a lungo termine?
    Sebbene le vescicole extracellulari del latte non siano tossiche per brevi studi in vivo, non è possibile escludere l'accumulo di una tossina a basso livello durante una sequenza temporale di trattamento prolungato. Tale tossina potrebbe provenire dall'ambiente dell'animale donatore (ad esempio, sostanze chimiche come i pesticidi) o componenti endogeni EV che possono influenzare patologicamente le cellule con cui entrano in contatto.
  4. Come saranno tollerate le vescicole extracellulari del latte di specie incrociate, nei neonati e negli adulti?
    Studi dimostrano che il latte proveniente da fonti non umane porta meno benefici per la salute neonatale rispetto al latte materno umano.27 Molti adulti non tollerano il latte vaccino. Quale può essere l'impatto di vescicole extracellulari provenienti da latte di specie incrociate sulle persone?
  5. I risultati promettenti degli studi in vivo sul latte artificiale, caricato con farmaci, si tradurranno in studi clinici di successo?
    Stiamo ancora aspettando i risultati e le conclusioni dei primi studi clinici relativi alle vescicole extracellulari del latte.

Un importante passo avanti per rispondere a queste domande sarà l'attuazione delle linee guida per la ricerca e la rendicontazione delle vescicole extracellulari nel latte (ovvero i dettagli richiesti per le pubblicazioni) che saranno stabilite dalla prossima pubblicazione da parte della Milk Task Force.

Riferimenti
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